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Cambiamento climatico

Cosa stanno già facendo i Rotariani per contrastare il cambiamento climatico

A cura di

I Rotariani sono sempre pronti ad agire: mettili davanti a un problema e si daranno da fare per risolverlo. Ma un problema di proporzioni globali come il cambiamento climatico può sembrare insormontabile anche ai soci più intraprendenti. 

La nostra serie sul cambiamento climatico

I Rotariani sanno che il mondo intero è il cortile di casa loro. Vedendo gli effetti dei cambiamenti climatici nelle comunità che stanno loro a cuore, hanno scelto di passare all’azione e di affrontare il problema come fanno da sempre: proponendo progetti concreti e facendo leva sui loro contatti per migliorare le normative, con uno sguardo al futuro.

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Se tuttavia lo si suddivide in sottocategorie, si scopre che i Rotariani possono fare molto: anzi, che stanno già facendo molto con l’aiuto della Fondazione Rotary. 

Una coalizione di ricercatori e scienziati, guidati dall'ambientalista e scrittore Paul Hawken, ha utilizzato la modellazione matematica per analizzare l’impatto economico e climatico di alcune strategie e individuare le più efficaci per l’umanità e il pianeta. Dallo studio, presentato nel libro “Drawdown” (2017), sono emersi risultati inaspettati, tra cui la centralità dell’istruzione femminile, della pianificazione familiare e dell’assistenza agli agricoltori: tutti settori che rientrano nelle aree di intervento del Rotary. 

I ricercatori del progetto Drawdown hanno stilato una classifica delle ottanta strategie più efficaci per prevenire o ridurre le emissioni dei gas serra. Le abbiamo esaminate, mettendole a confronto con i progetti finanziati dalle sovvenzioni globali del Rotary per scoprire che cosa stiano già facendo i Rotariani per contrastare il cambiamento climatico.

Foto per gentile concessione di Brounat

Pianificazione familiare
7º posto nella graduatoria Drawdown

Nei Paesi più poveri, 214 milioni di donne che vorrebbero avere più controllo sulla loro fertilità non hanno accesso alla medicina contraccettiva; questa situazione dà luogo ogni anno a 74 milioni di gravidanze indesiderate. Garantire alle donne l'assistenza sanitaria che desiderano e di cui hanno bisogno avrebbe risvolti positivi anche per il pianeta in quanto si ridurrebbero le emissioni causate dalla sovrappopolazione. 

Da un sondaggio condotto dai Rotariani tra un gruppo di donne di Addis Abeba (Etiopia) in stato di gravidanza, la pianificazione familiare è emersa al primo posto tra le maggiori preoccupazioni delle intervistate, delle loro famiglie e dei medici.

Con l’aiuto di una sovvenzione globale, i Rotary Club Finot (Etiopia) e Darmstadt (Germania) hanno sviluppato un progetto per formare levatrici e ostetriche all’erogazione di informazioni sulla pianificazione familiare presso tre centri medici. Sempre nell’ambito del progetto, 1500 donne hanno ricevuto consulenza a domicilio da parte di personale sanitario; e 90 donne in gravidanza hanno partecipato a un seminario di una giornata sulla pianificazione familiare.

Foto per gentile concessione di Ijeab

Istruzione di bambine
6º posto nella graduatoria Drawdown

Una donna senza alcuna istruzione scolastica ha in media quattro o cinque figli in più rispetto a una donna che ha frequentato la scuola secondaria.  Investire nell’istruzione femminile potrà dunque avere un enorme impatto sulla crescita demografica.

Sebbene le regioni con una popolazione in crescita siano spesso anche quelle con le emissioni di carbonio pro capite più basse, ridurre i tassi di fertilità può contribuire non solo alla salute del pianeta, ma anche a spezzare il ciclo della povertà intergenerazionale. Secondo i ricercatori di Drawdown, l’istruzione femminile è uno strumento fondamentale, se non il più importante, per contrastare la vulnerabilità del pianeta agli eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti, associati ai cambiamenti climatici. 

In Bosnia ed Erzegovina, circa il 90% delle donne di etnia rom è analfabeta e meno del 15% dei loro bambini va a scuola; questa condizione li rende particolarmente vulnerabili ad attività criminali come la tratta di esseri umani.

I Rotary club di Mostar, Bosnia ed Erzegovina, e Denver, Colorado, in collaborazione con un’organizzazione locale, hanno sviluppato un progetto con sovvenzione globale per seguire 80 famiglie con bambine e ragazze a rischio. Venti studenti dell’Università della Bosnia hanno partecipato come mentori; tra le bambine e le ragazze rom seguite da loro, quindici si sono iscritte a scuola. Secondo gli sponsor, il progetto – attraverso seminari e materiale educativo – ha contribuito a sensibilizzare 1.000 persone tra genitori, insegnanti e ragazze in 20 diverse comunità all’importanza della parità in genere nell’istruzione.

Agricoltura rigenerativa
11º posto nella graduatoria Drawdown

L’agricoltura rigenerativa si basa su pratiche volte a proteggere il terreno: ad esempio, si evita l’uso di mezzi meccanici, si punta sulla rotazione delle colture, si elimina almeno in parte l’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici. Queste tecniche contribuiscono ad aumentare la materia organica (il carbonio) nel terreno, arricchendolo e rendendo più sane le coltivazioni.

Secondo i ricercatori di Drawdown, grazie all’agricoltura rigenerativa la materia organica nel terreno aumenterebbe tra il 4 e il 7 percento nel giro di 10 anni, con l’assorbimento di 50-120 tonnellate addizionali di anidride carbonica per ogni ettaro di terreno. Queste pratiche riducono l’uso dei fertilizzanti e contribuiscono a sottrarre la CO2 all’atmosfera migliorando al tempo stesso la produttività delle coltivazioni. 

Quaranta residenti del villaggio di Meihua (Taiwan) hanno imparato le tecniche dell'agricoltura rigenerativa attraverso il progetto promosso dai Rotary club di Taipei Lungmen (Taiwan) e Patumwan (Tailandia).

L’iniziativa, svolta in collaborazione con l'Associazione taiwanese per l’agricoltura biologica, ha comportato anche la creazione di una struttura didattica e un tirocinio presso aziende agricole biologiche.  Secondo le previsioni degli sponsor, i residenti del villaggio risparmieranno sui costi dei pesticidi e realizzeranno un maggior guadagno sulla vendita dei prodotti biologici.

Foto per gentile concessione di Elena11

Riduzione degli sprechi alimentari
3º posto nella graduatoria Drawdown

Un terzo di tutti gli alimenti destinati al consumo umano, tra frutta, verdura, carne e altri prodotti alimentari, rimane a marcire nei campi, invecchia nei magazzini o viene dimenticato in frigorifero per poi finire nella spazzatura.

Il cibo inutilizzato comporta un enorme spreco di risorse quali energia, terreni e fertilizzanti durante la fase di produzione; quando poi viene gettato nelle discariche genera metano, un gas serra. Dall’inizio alla fine, secondo gli autori di Drawdown, lo spreco alimentare comporta l’emissione nell’atmosfera di 4,4 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

Centroabastos, un'azienda agroalimentare di Bucaramanga (Colombia) genera circa 20 tonnellate di rifiuti solidi organici al giorno. I Rotary club di Bucaramanga Nuevo Milenio (Colombia) e Woodland Hills (California) stanno collaborando con il ramo non profit dell’azienda all’allestimento di un centro di formazione; le eccedenze ortofrutticole saranno utilizzate per l’addestramento alla sicurezza nelle preparazioni alimentari. Il progetto si prefigge di ridurre del 15% gli sprechi alimentari e di creare al tempo stesso nuovi posti di lavoro.

Foto per gentile concessione di Alexsl

Pannelli fotovoltaici sui tetti
10º posto nella graduatoria Drawdown

Il sole è una fonte energetica ancora poco utilizzata: secondo gli autori di Drawdown, meno del 2% dell'elettricità mondiale viene generata attraverso pannelli fotovoltaici. Negli ultimi dieci anni, tuttavia, i costi più accessibili hanno contribuito a una maggiore diffusione di questa tecnologia.

Sia le centrali elettriche che i privati hanno cominciato a utilizzare pannelli solari, da soli o in combinazione con i carboni fossili, per la produzione di elettricità. E nei Paesi in via di sviluppo, oltre un miliardo di persone che oggi si avvale di lampade al cherosene e generatori diesel potrebbe usare questa fonte di energia pulita ed economica. L’energia solare, dunque, non solo contribuisce a ridurre le emissioni di gas serra, ma può diventare un valido strumento per combattere la povertà. 

A Gressier (Haiti), la Respire Haiti Christian School – una scuola per ragazzi orfani o economicamente svantaggiati – è allacciata a una rete elettrica inaffidabile e per molti anni ha dovuto utilizzare un generatore diesel azionare la pompa del pozzo.

Con l'aiuto di una sovvenzione globale, i Rotary club di Leogane (Haiti) e Parker (Colorado) hanno sponsorizzato un progetto per installare nella scuola un sistema ibrido solare-diesel-rete elettrica. Il progetto ha portato a un risparmio di 4.000 dollari all’anno (la somma che la scuola spendeva in passato per l’acquisto di carbone), e a una diminuzione dell’inquinamento acustico e dell’aria. Il sistema ibrido viene usato anche per l’illuminazione interna ed esterna e per alimentare ventilatori, computer e apparecchi per la didattica. Il progetto ha fornito inoltre un impianto di distribuzione dell’acqua, alimentato anch’esso dal sistema ibrido, e un programma di alfabetizzazione.

Foreste tropicali
5º posto nella graduatoria Drawdown

Le foreste tropicali, che un tempo coprivano il 12 per cento della superficie terrestre, oggi si sono ridotte al 5 per cento; secondo gli autori di Drawdown, la deforestazione contribuisce fino al 19 per cento alle emissioni totali di gas serra a livello globale.

Il rimboschimento faciliterebbe l’assorbimento del biossido di carbonio attraverso la fotosintesi; servirebbe inoltre a ripristinare l'habitat della fauna selvatica, ad arginare le alluvioni e a conservare risorse limitate come il suolo e l’acqua. Perché questi cambiamenti siano sostenibili, tuttavia, è importante dimostrarne il valore sociale ed economico nel breve termine.  

La foresta di Maromizaha, nel Madagascar orientale, ospita 13 specie di lemuri, 77 di uccelli, 60 di anfibi e innumerevoli altri esemplari di flora e fauna, ma è costantemente minacciata dall’espansione dei terreni agricoli e dall’uso di carbone come combustibile nei villaggi adiacenti.

I Rotary club di Antananarivo-Tsimbaroa (Madagascar), Torino Mole Antonelliana (Italia) e Annecy Tournette (Francia)  in collaborazione con un’organizzazione locale, hanno sponsorizzato un progetto che ha portato al rimboschimento di circa 50 ettari con specie indigene, e alla creazione un’infrastruttura turistica e di opportunità di lavoro per i residenti. I Rotariani hanno anche insegnato alle donne le pratiche di orticoltura, hanno costruito gabinetti e hanno fornito 500 piani di cottura sicuri per ridurre la dipendenza delle famiglie dal carbone.

• I membri del Gruppo d'azione rotariana Environmental Sustainability possono aiutare il tuo Rotary club o il tuo distretto a pianificare e a promuovere  progetti per l'ambiente.